La Corte Suprema ha deciso: nessuna nuova analisi per i reparti del caso Yara Gambirasio. Cosa succede nel caso.
In una svolta significativa nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta avanzata dagli avvocati di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’uccisione della giovane di Brembate Sopra. La decisione preclude la possibilità di sottoporre a nuove analisi i reperti chiave dell’indagine che ha portato alla condanna del muratore di Mapello.
La decisione della Cassazione e la reazione degli Avvocati
I legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avevano espresso la volontà di effettuare ulteriori accertamenti sui reperti già esaminati durante il processo. La loro speranza era di trovare nuove prove che potessero ribaltare la sentenza di condanna. Tuttavia, la decisione della Cassazione ha messo fine a queste aspettative, confermando che i reperti possono essere solo visionati, senza possibilità di analisi invasive.
La reazione di Claudio Salvagni, uno degli avvocati di Bossetti, è stata di forte disappunto: “Questa è una sentenza folle“, ha dichiarato, sottolineando la gravità della decisione e la percezione di un’iniquità nel trattamento riservato al suo assistito. Salvagni ha evidenziato come la sentenza sollevi dubbi sulla possibilità di ottenere giustizia, accusando implicitamente il sistema di favorire il “potere” a discapito della verità.
Implicazioni future e strategie della difesa
Nonostante il duro colpo, la difesa di Bossetti non si arrende. La possibilità di prendere visione dei reperti, sebbene limitata, rimane un’opzione per cercare di trovare elementi utili a supporto della tesi dell’innocenza di Bossetti. Gli avvocati potrebbero cercare di utilizzare le informazioni raccolte durante questa visione per formulare nuove strategie legali o per preparare eventuali futuri ricorsi.
L’omicidio di Yara Gambirasio, avvenuto nel 2010, continua dunque a tenere banco nell’opinione pubblica e nel sistema giudiziario italiano. La vicenda, che ha visto la condanna definitiva di Massimo Bossetti nel 2018, si arricchisce di un nuovo capitolo, che, pur non modificando l’esito del processo, riaccende i riflettori su un caso che ha profondamente segnato la comunità di Brembate Sopra e l’intero Paese.
La decisione della Cassazione rappresenta un punto di svolta nel lungo percorso giudiziario del caso Yara Gambirasio. La strada per la difesa di Bossetti si fa sempre più impervia, ma la battaglia legale e la ricerca della verità continuano, in una vicenda che resta uno dei casi di cronaca nera più discussi e controversi degli ultimi anni in Italia.